La tutela dei diritti fondamentali dei detenuti, in specie di quelli condannati al cd. “carcere duro” ex art. 41-bis ord. pen., rappresenta un tema estremamente delicato che, a seguito della sentenza n. 186/2018 torna all’attenzione del giudice delle leggi e, di riflesso, degli studiosi. Con tale decisione la Corte costituzionale dichiara illegittimo il divieto di cuocere cibi per costoro e, di più, offre un pretesto per affrontare un argomento a più ampio raggio che può tradursi come la difficoltà riscontrata – tanto in sede legislativa, quanto giurisdizionale – di assicurare un regime che, sebbene più rigido di quello ordinario, non leda i diritti incomprimibili dei detenuti. Il presente lavoro trae spunto dalla sentenza citata e propone una riflessione circa la situazione generale in cui questi versano, ripercorrendo, altresì, l’excursus storico che ha dato luogo all’attuale normativa e accennando, infine, ad un confronto tra ordinamento interno e sovranazionale.
The legal protection of fundamental rights of prisoners, especially those condemned to “hard prison” ex art. 41-bis penitentiary system, is a very delicate issue that, following the decision n. 186/2018, come back to attention to judge of laws and, by extension, to academics. The Constitutional Court declares lawless the ban on cooking food for them and, moreover, provides an excuse for address the wider issue that could result as the difficulty that – both in the legislative and jurisdictional areas – ensure a regime that, although harder to ordinary way, protect the essential rights of prisoners. This article is inspired by cited above decision and propose an analysis about overall prisoners situation through historic journey that influenced the current legislation, and, finally, a relationship between Italian and supranational order.