La sent. 17 aprile 2024, n. 16153 delle Sezioni unite della Corte di Cassazione italiana ha esaminato i rituali di matrice fascista che la l. Scelba (art. 5, l. n. 645/1952) sanziona quando rappresentano un pericolo concreto di ricostituzione del partito fascista. La sentenza rileva la possibilità che tali comportamenti costituiscano anche reato di pericolo presunto secondo la l. Reale-Mancino (art. 2 d.l. n. 122/1993), finendo per ampliare le situazioni in cui essi possono essere perseguiti penalmente, anche in regime di concorso formale. La pronuncia non risolve, quindi, il conflitto interpretativo, lasciando aperto il tema del criterio adeguato all’inquadramento di tali manifestazioni. Il lavoro evidenzia l’esigenza di superare l’asimmetria tra pericolo concreto e presunto, con una proposta di riqualificazione del rischio come di “pericolo concreto” per uniformare il trattamento delle condotte ex l. Scelba ed ex l. Reale-Mancino. Un’anticipazione della tutela penale su basi di presunzione assoluta, invece, oltre a non potersi giustificare sulla base di una interpretazione necessariamente restrittiva della XII disp. fin., è del pari atta ad alimentare la mai sopita guerra culturale tra fascismo e antifascismo per il tramite della Costituzione.
Judgment No. 16153 of April 17, 2024 by Italy’s Supreme Court of Cassation examined fascist-inspired rituals prohibited by the Scelba Law (art. 5, Law no. 645/1952) whenever they represent a concrete threat of re-establishing the old fascist party. The judgment also recognizes the possibility of classifying these rituals as presumed-endangerment offenses under the Reale-Mancino Law (art. 2, d.l. no. 122/1993), thus expanding the cases where they may incur criminal liability. However, the ruling does not resolve the existing interpretative conflict, leaving open the question of the appropriate criteria for legally categorizing these acts. This analysis highlights the need to address the existing asymmetry between concrete and presumed endangerment, proposing a reclassification of the endangerment as “concrete” only, to standardize the legal treatment of any “racist exhibitionism”. By contrast, advancing criminal protections based on an absolute presumption cannot be justified under a restrictive interpretation of the Constitution’s XII final provision and risks reigniting the unresolved cultural conflict over fascism and anti-fascism via the Constitution.